Il venture capital molto spesso viene definito come un semplice meccanismo di investimento alternativo. In realtà è molto più di questo, in quanto è un sistema in grado di alimentare l’innovazione, sostenere l’imprenditorialità e stimolare la crescita economica. Questo strumento di investimento svolge un ruolo fondamentale nel sostenere le idee e i progetti più promettenti, offrendo alle imprese emergenti le risorse finanziarie e le competenze necessarie per crescere e prosperare.
Le società protagoniste di questo mercato, ovvero le start-up, spesso si trovano di fronte a sfide uniche quando cercano di trasformare le loro idee in realtà. Queste imprese sono caratterizzate da un alto grado di incertezza, sia in termini di mercato che di redditività futura pertanto risultano molto più difficile accedere a canali più tradizionali di finanziamento (ad esempio il canale bancario). E qui entra in gioco il venture capital.
L’operatore di Venture Capital è dunque l’investitore qualificato che supporta le start-up nelle prime fasi di avvio dell’impresa: il forte rischio associato allo stadio di vita iniziale della società viene mitigato dall’attesa di generare alti ritorni dall’investimento in un orizzonte temporale di medio termine. Questa categoria di investitori vede l’opportunità di contribuire a modellare il futuro attraverso l’investimento in progetti innovativi che potrebbero avere un impatto significativo su diversi settori dell’economia.
Il percorso di crescita di una start-up di solito richiede più investimenti nel tempo da parte degli operatori di VC. Questi investimenti, noti come “Funding rounds”, variano in base alla tipologia di operatori di VC coinvolti, all’obiettivo dell’investimento e all’importo investito. Man mano che la start-up progredisce e valida il proprio modello di business, gli investimenti tendono ad aumentare.
Ma il venture capital è molto più di un semplice aspetto finanziario, infatti gli investitori portano con sé un’ampia gamma di competenze, conoscenze e connessioni che possono sostenere le start-up in ogni fase del loro sviluppo. Questo coinvolgimento attivo e il supporto strategico offerto dai finanziatori di venture capital possono fare la differenza tra il successo e il fallimento di un’azienda emergente.
Inoltre, il venture capital non riguarda solo l’investimento in aziende ad alto contributo tecnologico, ma ha anche un impatto significativo in molti settori chiave, come il sanitario, il digitale, l’energetico, il biotech, l’agricoltura e molto altro ancora. Grazie al venture capital, queste industrie possono accedere a risorse finanziarie e conoscenze che accelerano l’innovazione e promuovono la crescita economica.
Dobbiamo riconoscere l’importanza del venture capital come motore per l’innovazione. Esso favorisce la creazione di nuovi prodotti, servizi e tecnologie che possono trasformare le nostre vite e affrontare le sfide globali. Inoltre, il venture capital stimola la creazione di posti di lavoro, promuove la collaborazione tra imprese e istituzioni accademiche e alimenta l’ecosistema imprenditoriale.
A prova di ciò, è sufficiente osservare i numeri registrati nell’ultimo anno, infatti il 2022 si è rivelato un anno record per i finanziamenti di Venture Capital nel nostro Paese, con investimenti a quota 1,6 miliardi di euro. Tuttavia, l’Italia, con un peso del 2%, ricopre ancora un ruolo marginale nel panorama Venture Capital europeo, che è guidato da Regno Unito, Francia e Germania, mercati storicamente più maturi.
Considerando invece il primo trimestre del 2023, si rileva che il numero di capitali raccolti, pari a €201M e il numero di round corrispondenti a 84, siano in linea con l’ultimo trimestre del 2022. Analizzando la segmentazione per tipologia, nel primo trimestre del 2023 i round Seed risultano al vertice sia per numero di operazioni (50) che per ammontare raccolto (91 milioni). Si sono registrati poi 17 round Pre-seed, 14 Serie A e 3 Serie B.
Per quanto riguarda i singoli settori, Smart City è quello che ha totalizzato il maggior numero di round pari a 18, seguito da Life Sciences che ne ha totalizzati 11. Analizzando l’ammontare investito, invece, troviamo in testa il Fintech, con 55,6 milioni di euro raccolti, seguito dal Deep Tech con 39,7 milioni e da Smart City con 25,9 milioni.
Attualmente, il mercato del Venture Capital in Italia si è dimostrato resiliente, ma l’andamento nei prossimi trimestri del 2023 dipenderà dalla presenza di mega round e dall’evoluzione del contesto macroeconomico generale.
Tuttavia, c’è ancora ampio margine per una crescita sistematica degli investimenti nelle startup, ed è necessario e urgente affrontare la forte frammentazione ancora presente nel Paese. Sebbene la Lombardia (in particolare l’area di Milano) si confermi come principale hub dell’innovazione, seguita da Toscana e Lazio, il resto del Paese continua a mostrare un considerevole divario.