Negli ultimi decenni, si sono verificati notevoli cambiamenti demografici su scala globale, con un progressivo aumento dell’aspettativa di vita della popolazione.
Ad inizio 2021, la popolazione mondiale ha superato gli 8 miliardi di individui. L’80% degli individui di età superiore ai 65 anni risiede nelle 20 economie più sviluppate, che contribuiscono all’85% del Prodotto Interno Lordo (PIL) globale. Entro il 2030, ci si aspetta che la popolazione mondiale raggiungerà circa 8,5 miliardi di persone, e l’età media aumenterà a 33 anni rispetto ai 30 anni registrati nel 2018 (in confronto ai 24 anni stimati dalla Banca Mondiale nel 1950). Il numero di persone di età superiore ai 65 anni, di circa 674 milioni nel 2018, dovrebbe raggiungere il miliardo entro il 2030, corrispondente a più di una persona di età superiore ai 65 anni ogni 10 abitanti.
L’Italia si distingue per la sua popolazione che, in media, gode di una notevole longevità, con un’aspettativa di vita di circa 80,1 anni per gli uomini e 84,7 anni per le donne nel 2021. Inoltre, presenta una delle percentuali più elevate di persone di età superiore ai 65 anni al mondo. Le persone anziane, con 65 anni e oltre, tra il 1861 e il 2022 sono passate dal 4,2% fino al 23,8% della popolazione.
In particolare, il numero di over 65 è previsto aumentare ininterrottamente fino al 2047, quando sarà pari a quasi 20 milioni di persone, e negli anni successivi è stimata ripiegare marginalmente fino a raggiungere nel 2066 i 17,8 milioni. La quota sul totale della popolazione nazionale è vista in aumento fino al 2050 e poi stabilizzarsi intorno al 34%.
Il fenomeno dell’invecchiamento riveste una significativa importanza non solo dal punto di vista delle conseguenze sociali, ma anche da quello economico, in relazione ai costi legati alle pensioni e all’assistenza sanitaria, nonché alla sostenibilità del sistema previdenziale. In Italia, infatti, nel 2019, l’indice di dipendenza degli anziani è aumentato al 35,7%, posizionandosi come il valore più elevato in Europa (la media dell’Unione Europea è del 30,5%) e come il secondo più alto al mondo dopo quello del Giappone (46%). Questo indice, calcolato come il rapporto tra la popolazione anziana e la popolazione in età attiva (15-64), evidenzia nel caso dell’Italia che per ogni 3 persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni, che potenzialmente possono contribuire al mercato del lavoro come occupati o persone in cerca di lavoro, ve ne è 1 considerata inattiva a causa dell’età superiore ai 65 anni.
In genere, quando si discute dell’invecchiamento della popolazione italiana, si tende a focalizzare principalmente sugli aspetti legati ai costi, implicitamente considerando il fenomeno come un onere per la società. In effetti, una parte significativa della spesa pubblica è destinata alla voce “vecchiaia” (“old age”), in conformità con la classificazione COFOG, riconosciuta a livello internazionale. Nel 2017, la quota di spesa pubblica destinata alle pensioni di anzianità ha raggiunto il 27,4% del totale, corrispondente a 230 miliardi di euro (pari al 15% del PIL), mentre la media nell’Area Euro era del 23% (pari al 12,4% del PIL).
Nonostante la presenza di fattori negativi, come quello sopracitato, la longevità offre un’importante opportunità per il Paese da due prospettive complementari:
- I longevi detengono una significativa parte della ricchezza totale degli individui, godono di un reddito medio più alto e presentano livelli di consumo superiori rispetto alle altre fasce d’età, in considerazione dei loro bisogni in costante evoluzione. L’economia legata all’invecchiamento offre notevoli opportunità in termini di una domanda considerevole per beni e servizi in vari settori, tra cui quelli sanitari e assistenziali, residenziali, culturali, ricreativi, turistici, domotica, alimentazione ed educazione.
- Con l’aumento dell’aspettativa di vita, si manifesta una porzione della popolazione che, in media e a differenza del passato, gode di una buona salute, possiede un’importante esperienza lavorativa e dispone di tempo ed energie da dedicare al Paese in svariate forme. Queste includono la condivisione di esperienze con le generazioni più giovani, l’imprenditorialità, il contributo sociale verso le fasce di popolazione più vulnerabili e l’ambiente, oltre a molte altre opportunità.
Considerando i consumi, un’analisi condotta dal Centro Studi Confindustria evidenzia che la spesa degli over 65 vale oltre 200 miliardi, circa un quinto dell’ammontare dei consumi delle famiglie. Inoltre, lo studio stima che nel 2030 varrà circa il 25% del totale dei consumi delle famiglie e nel 2050 circa il 30%.
L’economia della longevità rappresenta un’opportunità per molte imprese ed in particolare alcuni dei settori che ne beneficeranno maggiormente sono ad esempio:
- Assistenza agli anziani: ricerca di soluzioni a lungo termine per la cura degli anziani di età superiore agli 80 anni o con limitata autonomia, comprese strutture specializzate e residenze adatte alle loro esigenze.
- Benessere: trattamenti anti-invecchiamento, medicina preventiva, fitness, alimentazione, cosmetica.
- Servizi finanziari e assicurativi: innovazione dei servizi finanziari per rispondere alle esigenze di risparmio, previdenza, accumulo patrimoniale e pianificazione successoria. Ampliamento di strumenti assicurativi a tutela degli anziani come per esempio la copertura di costi per assistenza e servizi.
- Viaggi, cultura e tempo libero: gli over 65 si dimostrano più attivi nei viaggi e nel tempo libero.
- Cure: soluzioni sostenibili per affrontare le malattie croniche correlate all’invecchiamento e sviluppo della tecnologia medica come ad esempio dispositivi indossabili per monitorare lo stato di salute.
In conclusione, l’economia della longevità rappresenta una tendenza demografica che sta ridefinendo il panorama economico e sociale a livello globale. Con l’aumento dell’aspettativa di vita e l’invecchiamento della popolazione, si aprono diverse opportunità e sfide.
Da un lato, il crescente numero di anziani offre una significativa base di consumatori con una ricchezza consolidata e una domanda crescente in settori come la salute, il benessere, i viaggi e il tempo libero. Inoltre, gli anziani attivi e in buona salute possono contribuire in modi diversi alla società, dalla condivisione delle loro esperienze con le generazioni più giovani all’entrepreneurship e all’impegno sociale.
D’altro canto, l’invecchiamento della popolazione comporta sfide economiche e sociali, come i costi legati alle pensioni e all’assistenza sanitaria. Tuttavia, queste sfide possono essere affrontate con innovazione e adattamento nei settori finanziari, assicurativi, delle cure mediche e della progettazione ambientale.
In questo contesto, l’economia della longevità offre opportunità per le imprese di diversi settori, con l’obiettivo di soddisfare le crescenti esigenze di una popolazione anziana in evoluzione. Tuttavia, è importante affrontare queste sfide in modo sostenibile, garantendo al contempo una qualità di vita migliore per gli anziani e promuovendo l’inclusione sociale. La ricerca di soluzioni innovative e sostenibili per affrontare le malattie croniche legate all’invecchiamento è fondamentale per creare un futuro in cui la longevità sia un vantaggio per tutti.